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Dio non è violento. È giusto! (D. Bock)

1) La Bibbia contiene pagine in cui sono descritte e presentate diverse forme di violenza. Che cosa pensa di quelle pagine?
Quelle pagine sono un riflesso della vita che si vive in un mondo caduto nel peccato; in esse Dio ricorda agli uomini che devono rendere conto per le scelte che fanno. Quelle pagine esprimono il realismo che la Bibbia possiede.

2) Crede che la violenza sia insita nella natura di Dio così come è presentata nella Bibbia?
Dio non è violento. Egli è giusto.  Il problema assomiglia un po’ all’interrogativo se un governo sbagli nel perseguire la giustizia nei confronti dei criminali, punendoli. Se si leggono i fatti più violenti dell’Antico Testamento si vedrà che Dio punisce una società in cui era diffuso il sacrificio dei bambini, solo per menzionare uno dei tanti crimini. Dobbiamo ricordare che Dio  prende sul serio il peccato poiché questo produce dei danni e dunque è necessaria una sua condanna.

3) Crede che il cristianesimo sia una religione violenta o che contenga in sé i germi della violenza, al punto tale da essere una religione pericolosa per la convivenza tra i popoli, ma anche per lo sviluppo dell’individuo?
Le parti della storia del cristianesimo che sono riusltate violente, e l’Europa conosce molto queste pagine di storia, sono per lo più il risultato del nazioalismo piuttosto che della fede cristiana. Il nazionaleismo può e fa spesso uso della religione per tentare di giustificarsi e di proteggersi. Quando il messaggio di Gesù, che invita a non rispondere occhio per occhio e che incoraggia a perseguire la pace, viene preso sul serio, tanto da esprimere la grazia di Dio nelle cose della nostra vita, allora c’è poco spazio per ritenere il cristianesimo una religione violenta o pericolosa.

Darrell L. Bock (Dallas Theological Seminary)

Darrell Bock è stato il relatore del XII Convegno Nazionale GBU (2017)
Puoi vedere e ascoltare le sue relazioni nel Canale Vimeo di Edizioni GBU

Plenaria 1. Prepararsi adeguatamente alla battaglia: ridefinire il conflitto culturale
Plenaria 2. Lezioni paoline per il confronto culturale
Plenaria 3. Come affrontare e condure un dialogo difficile
Plenaria 4. Il vangelo rintracciato nella promessa e nei sacramenti
Plenaria 5. Che cos’è il vangelo? Uno sguardo a Luca 3:16 e Romani 1:16-17
Plenaria 6. Perché l’amore è un imperativo?

 

Darrell L. Bock
Alla riscoperta del vero vangelo perduto
Prefazione di Rick Warren
Collana: Orizzonti del pensiero cristiano
Edizioni GBU, Chieti, 2017
FORMATO: 21,5 X 13,5
ISBN 9788896441916
PREZZO: € 15,00 | PP. 180

Tre domande a Pablo Martinez su Bibbia e violenza

  La Bibbia contiene pagine in cui sono descritte e presentate diverse forme di violenza. Che cosa pensa di quelle pagine?

La Bibbia contiene descrizioni di violenza, non sue prescrizioni. Tutti i racconti che hanno a che fare con la violenza hanno a che fare in ultima analisi con la malvagità della natura umana che è la sorgente di tutte le «guerre e le contese» (Gc 4:1).

È vero che ci sono alcuni casi in cui i giudizi di Dio implicano un certo grado di violenza che in apparenza potrebbe essere attribuita a Dio. Questi testi dovrebbero essere interpretati attentamente nel contesto dell’esecuzione di tali, divini giudizi, allor quando il peccato del popolo era «giunto fino al colmo» (Gen 15:16). Dio non punisce in maniera capricciosa (Il SIGNORE! il SIGNORE! il Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in bontà e fedeltà, Es 34), ma un Dio giusto ha il diritto e il dovere di giudicare e di scegliere come farlo. Dio ha usato sia il suo popolo sia le nazioni pagane come mezzi di giudizio. Per esempio, Dio ha usato la ferocia dell’esercito dei Caldei (Abacuc 1––2) come uno strumento per manifestare il giudizio sul suo popolo. Le pagine violente della Bibbia, allora, quelle che sembrano riferibili a Dio si trovano sempre in questo contesto di amministrazione della giustizia.

 

  1. Crede che la violenza sia insita nella natura di Dio così come è presentata nella Bibbia?

Nella Bibbia la violenza è uno specchio del carattere dell’uomo e non del carattere di Dio. Si noti che noi tutti abbiamo una tendenza a proiettare sugli altri i nostri fallimenti e i nostri errori. Ritenere che il problema della violenza si collochi in Dio non è altro che una proiezione e un auto inganno (Ger 17:9). Gesù stesso ha avvertito: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo?” (Lc 6:41–42). Ha chiaramente insegnato che la radice del male a tutti i livelli si trova dentro di noi. Ha spiegato con termini molto chiari la ragione per la quale nel mondo c’è tanta difficoltà «È quello che esce dall’uomo che contamina l’uomo; perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, … » (Mc 7:20–23).

Dio ha in abominio la violenza a tal punto da essersi pentito di aver creato l’uomo poiché «Il SIGNORE vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo» (Gen 6:5). Egli non poteva sopportare così tanto male.

La vera essenza del carattere di Dio è amore, ed è per questo motivo che ogni forma di violenza ferisce il cuore di Dio «Il SIGNORE si pentì d’aver fatto l’uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo» (Gen 6:6).

Il Dio della Bibbia non solo afferma di essere amore ma lo ha anche dimostrato. Il suo venire a noi sulla terra in Gesù Cristo e nella sua sofferenza per noi sulla croce è la suprema e insuperabile prova che l’essenza di Dio è amore.

 

  1. Crede che il cristianesimo sia una religione violenta o che contenga in sé i germi della violenza, al punto tale da essere una religione pericolosa per la convivenza tra i popoli, ma anche per lo sviluppo dell’individuo?

Penso che sia esattamente il contrario: il cristianesimo è storicamente riconosciuto come la religione dell’amore. Si presuppone che l’amore sia l’aspetto distintivo di chiunque si rapporti a Gesù. L’amore è l’aspetto preminente e il carattere peculiare della vita e dell’insegnamento di Gesù. Tutto in lui ruota intorno all’amore poiché egli ha dato la precedenza all’amore. L’amore è la motivazione e l’apice di tutto ciò che era, che insegnava e che fece.

Una religione che riassume l’intero dovere dell’uomo in due frasi – amare Dio e amare il prossimo – non può essere altro che un contributo salutare e positivo alla società.

Oggi anche i pensatori non cristiani riconoscono che la nostra civiltà europea sia appoggiata su un tripode con tre pilastri: il sistema giuridico di origine romana, la filosofia greca e l’etica ebraico–cristiana.

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