A quelli della “riserva” siate unici! 3/3

di Glen Scrivener

L’aria che respiriamo. Il cristianesimo, la libertà, l’educazione, il progresso e l’uguaglianza
Edzioni GBU 2025

Ho scritto questo libro rivolgendomi a tre tipologie di lettori [a tre interlocutori]:

  • quelli del “rifiuto” (privi di qualsiasi affiliazione religiosa)
  • quelli del “rigetto” (quanti sentono di essersi allontanati dal cristianesimo)
  • quelli della “riserva” (quanti sono già cristiani)

Quelli della “riserva”

Gesù non ha mai sofferto d’ansia per le dimensioni o le prospettive del suo movimento. In Matteo 5 il gruppetto dei suoi seguaci era piccolo e insignificante e la sua morte ignominiosa era imminente, eppure la sua fede nel successo globale era incrollabile. A Cristo non interessava tanto la crescita della sua chiesa (ci sarebbe stata e lui lo sapeva) quanto la sua unicità.
«Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5:13–16).
Il “sale”, “una lampada”; realtà apparentemente insignificanti che tuttavia, per loro natura, diffondono in lungo e in largo la loro influenza. Così è della chiesa. Come il sale, la chiesa ha proprietà conservanti; non conserverà semplicemente la carne (come faceva il sale nel mondo antico) ma tutta la terra. Come luce, la chiesa brillerà illuminando il mondo.
Sale e luce, però, sono influenti proprio perché sono diversida quanto li circonda. Il sale deve essere salato e la luce brillante. Un sale privo di salinità è inutile, proprio come è inutile una lampada posta sotto un cesto. Il più grande bisogno della chiesa, perciò, è di essere unica, per essere se stessa. Non deve essere come la carne; non deve essere come le ombre
circostanti. Terminiamo su questa nota in quanto la tesi portata avanti in questo libro potrebbe facilmente essere fraintesa. Dopo dieci capitoli in cui è stata mappata l’enorme influenza del cristianesimo sul mondo, forse qualcuno penserà: «Il mondo è sostanzialmente proprio uguale alla chiesa e viceversa» (cosa palesemente non rispondente al vero). Qualcuno potrebbe anche pensare: «La chiesa dovrebbe essere uguale al mondo per poter continuare ad avere influenza» (cosa decisamente da evitare). Tali conclusioni sono totalmente fuori strada sul modo con cui l’influenza cristiana ha operato nel corso dei secoli. La chiesa è stata incisiva proprio quando è stata unica. Chiunque si opponesse ai mali del suo tempo, come i giochi dei gladiatori, l’infanticidio, la pederastia o la schiavitù, era reputato pazzo. Tanto più era reputato pazzo per le predicazioni e la teologia su cui si reggevano tali campagne. Nondimeno «lasciarono che la [loro] luce risplendesse davanti agli altri» e la loro diversità si è rivelata incisiva.
Questo è dunque un appello alla chiesa a prendere molto sul serio la propria peculiare unicità. Nell’introduzione ci siamo soffermati sull’acronimo WEIRD utilizzato da Joseph Henrich per descrivere le moderne società e il loro carattere occidentale, istruito, industrializzato, ricco e democratico. Tali società sono state pesantemente influenzate da un certo tipo di cristianesimo. È vero che la nostra civiltà presenta queste caratteristiche. Avviandoci alla conclusione, però, la mia sfida per la chiesa è quella di interpretare in modo corretto tali peculiari caratteristiche. Una tale società sostiene di credere nell’uguaglianza. La
chiesa interpreta in modo corretto questa peculiare caratteristica quando opera per la riconciliazione e l’unità nel momento in cui persone di ogni estrazione giungono a seguire Cristo. Una tale società sostiene di credere nella compassione. La chiesa interpreta in modo corretto questa peculiare caratteristica quando investe nella causa dell’amore. Una tale società sostiene di credere nella libertà. La chiesa interpreta in modo corretto questa peculiare caratteristica quando usa la sua libertà per servire. Una tale società sostiene di essere leale a certi valori. La chiesa interpreta in modo corretto questa peculiare caratteristica quando adora il Cristo cui questi valori appartengono.
In tutto ciò, serve molta saggezza per distinguere i valori cristianofili di una società WEIRD dall’autentico cristianesimo. A volte, un autentico cristianesimo suonerà un po’ troppo “di sinistra” altre volte un po’ troppo “di destra”. Attingendo all’opera dello storico Larry Hurtado, Timothy Keller, leader di chiesa e autore, ha sottolineato come le comunità cristiane nel primo secolo fossero etnicamente eterogenee e radicalmente generose (arrivando al punto, a volte, di custodire i loro beni e il loro denaro in un fondo comune)4. Questo le porrebbe decisamente sul versante di sinistra del nostro attuale panorama politico. Allo stesso modo, si sono strenuamente opposte all’aborto e all’infanticidio e hanno rigorosamente mantenuto la sessualità nell’ambito del matrimonio eterosessuale. Sotto quest’aspetto, le bolleremmo per le loro posizioni di destra.
Questo combinato non passò inosservato neppure allora. Erano oggetto di commenti la grande promiscuità dei cristiani nella loro generosa liberalità e la loro gelosia in tema di sessualità. Il loro denaro era in comune ma lo stesso non valeva per i loro corpi. Tali posizioni sfidavano le categorizzazioni del loro tempo e sfidano anche le nostre. Erano però difficili da definire in quanto non stavano seguendo nessun programma politico. Non erano interessati a essere di sinistra o di destra ma a seguire una chiamata dall’alto: la chiamata di Cristo. È questa la chiamata cui dobbiamo prestare attenzione, la chiamata di cui dobbiamo far risuonare l’eco in tutto il mondo. La proclamazione di Cristo, della sua morte e risurrezione, si è dimostrata straordinariamente potente. La chiesa può trovarsi alle prese con particolari difficoltà nell’occidente secolarizzato ma ci siamo già passati tante volte nel passato. Nel 1925, l’autore G.K. Chesterton scrisse delle tante occasioni nella storia in cui «la chiesa è andata in pasto ai leoni ma in ogni occasione sono stati i leoni a morire». Com’è possibile? «Il cristianesimo è morto molte volte ed è risorto, perché il suo Dio conosceva la via d’uscita dalla tomba».
Il regno di Cristo è unico e non solo per le sue dimensioni e la sua longevità senza precedenti. È diverso in quanto mentre gli altri imperi sorgono e cadono, il regno di Cristo cade e sorge e lo fa molte volte. Ci sono sempre stati degli alti e bassi, mai, però, in quest’ordine. Chiunque sia preoccupato per l’odierna crisi in occidente, può rifarsi a millenni d’ispirazione in rivitalizzanti risvegli. Può, però, anche guardarsi intorno e restare sbalordito dall’attuale crescita nel mondo contemporaneo.
Nel 2060, stando alle previsioni di Pew Research, il cristianesimo si sarà ormai affermato come il più grande credo istituzionalizzato del mondo, avendo continuato a crescere in proporzione alla popolazione mondiale (mentre ateismo e agnosticismo, quelli del “rifiuto” in generale, scenderanno a un tasso compreso fra il 16% e il 13%). Certamente, la composizione della chiesa si sta spostando verso l’est e il sud del mondo e si stima che il 40% dei cristiani di tutto il mondo, in quella fase, saranno africani e che forse metà della Cina sarà diventata cristiana6. Questi sviluppi sono di enorme impatto (anche in considerazione delle dimensioni e dell’importanza della Cina) e dunque, nel considerare i progressi del movimento di Gesù, uno sguardo al cristianesimo su scala planetaria è motivo di grande incoraggiamento.
Oltre a ripercorrere la storia passata e a osservare il mondo intorno a noi, però, dovremmo alzare gli occhi e considerare colui che conosce la via d’uscita dalla tomba. Non abbiamo bisogno di preoccuparci delle dimensioni o delle prospettive della chiesa. Non dovremmo aggrapparci al potere come se fossimo noi a fare la storia. Dovremmo piuttosto confidare nel re del regno e far risplendere la sua luce unica nel mondo. Il futuro non è nelle nostre mani e neppure in quelle dei potenti, delle persone di successo o dei malvagi. Il governo è sulle spalle di Cristo ed egli ha promesso:

«Edificherò la mia chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere» (Mt 16:18).