#andràtuttobene
(Giacomo C. Di Gaetano)
1. #Andràtuttobene
Questo è l’hastag che imperversa maggiormente e che esprime tutta la speranza e la fiducua degli italiani. Che cosa c’è dietro questa panacea collettiva? Sicuramente la voglia di shierarsi dalla parte dell’ottimismo, e contro il pessimismo. Sappiamo che si sta combattendo in tutto il mondo, nei laboratori e nei dipartimenti di medicina, affinché si trovi un vaccino e una cura contro il COVID 19. Nelle più rosee previsioni si parla però di mesi. Si studiano i modelli di diffusione epidemiologica e le strategie di contenimento. Andrà tutto bene? Forse, speriamo. In realtà non lo sappiamo! Ma facciamo bene a nutrire questa speranza. Essa manifesta un tratto antropologico ben preciso che è uno dei motori della storia dell’umanità.
Come cristiani non possiamo ignorare questo dato di fondo della nostra natura creata “molto buona” (Gen 1––2). Paolo, l’apostolo, ha una parola precisa per l’approccio che i cristiani devono avere a tutto ciò che è buono e positivo.
Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri. (Fil 4:8)
2. #Nonvapernientebene
L’ottimismo cerca fondamenti oggettivi che ci permettano di essere razionali; ci guardiamo intorno, scrutiamo la realtà, cerchiamo di intuire le sue mosse (dalle faglie della crosta terrestre ai meccanismi di riproduzione dei virus); usiamo modelli (la struttura matematica), ricorriamo a metafore (l’organismo). E dopo aver fatto tutto ciò, a meno di non voler finire nelle ideologie degli “ismi”, ci troviamo con una constatazione: le cose non vanno per niente bene!
Perché vadano in un certo senso è necessario che si mantengano equilibri infinitesimali della realtà. Quelli che studiano l’universo ci parlano di fine tuning (ve la ricordate la manopola – tune – con la quale si cercava di affinare la ricezione di una stazione radio giocando sulla modulazione delle onde in FM?). La realtà dipende sempre da piccoli aggiustamenti, a tutti i livelli.
Qualcosa è andato storto in questi aggiustamenti se un banale virus da raffreddore sia balzato da una specie all’altra (dagli animali all’uomo) trasformandosi in un killer letale. Nel mentre scrivo le città sono completamente deserte: dove sono finiti gli umani? Di nuovo, antropologi e scienziati (evolutivi) della storia dell’umanità ci dicono che non è la prima volta. Un tempo circolavano predatori formidabili che non avrebbero potuto convivere con la specie umana. Oggi dei piccoli organismi, rompendo equilibri per noi inimaginabili, ci hanno messo all’angolo.
Non va per niente bene!
Come cristiani osserviamo tutto ciò e, sommessamente, mentre sosteniamo l’afflato ottimistico dell’andrà tutto bene, ci permettiamo di segnalare una peculiartià della nostra visione del mondo. Ce lo ricorda di nuovo Paolo da Tarso che nella splendida Lettera scritta ai cristiani di Roma indica che cosa, in realtà, sta accadendo e accade in continuazione al nostro mondo:
ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev’essere manifestata a nostro riguardo. Poiché la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio; perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a motivo di colui che ve l’ha sottoposta, nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio. Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo. (Romani cap. 8)
3.#Andràmeglio? Dipende!
Questo pensiero ha bisogno di ramificarsi: davanti a un cristiano si presentano almeno tre strade, tutte da affermare contemporaneamente, pur nella consapevolezza che i collegamenti tra di esse non risultano sempre chiari.
3a. Dipende dalla provvidenza di Dio. Proviamo a guardare le cose con un occhio senza fede. Quante volte l’umanità è stata sull’orlo del baratro? Tantissime volte! Per mano degli uomini con le guerre; per mano della natura malvagia con sconvolgimenti di ogni genere e grado. Eppure ogni volta l’umanità ne è venuta fuori. A volte anche sconvolgendo le chiavi di lettura evoluzionistiche, che sono quelle che vanno per la maggiore. È risaputo, per esempio, che l’altruismo umano, che giocato un ruolo in molte crisi, sia uno di quei vulnus concettuali che spiazzano le teorie darwiniste.
Ebbene i cristiani hanno una visione della storia in cui è possibile intravedere una mano invisibile. Parlano della provvidenza di Dio (alcuni dell’attributo della sovranità). Il testo biblico è saturo di affermazioni relative al fatto che l’umanità corre lungo i binari di una storia, dietro a una locomotiva, alla cui guida c’è il Dio della rivelazione ebraico–cristiana. Anche in questo caso, soprattutto in questo caso in cui stiamo assistendo al trionfo (speriamo temporaneo –#andràtuttobene) del coronavirus. Che tipo di male è il male che stiamo combattendo? È evidente che sia un male della nostra fragilità di specie (ricordate gli equilibri di cui abbiamo parlato sopra). Questo male ci colpisce, così appare, perché sembra essere stata rimossa una sorta di cintura di protezione provvidenziale della nostra fragilità. Affermazione questa sicuramente forte (fa subito sorgere due ulteriori pensieri: ma perché e chi ha tolto questa protezione? Preghiamo e chiediamo a Dio di tornare a proteggerci).
Quanto sono numerose le tue opere, SIGNORE! Tu le hai fatte tutte con sapienza; la terra è piena delle tue ricchezze. …
Tutti quanti sperano in te perché tu dia loro il cibo a suo tempo.
Tu lo dai loro ed essi lo raccolgono; tu apri la mano, e sono saziati di beni.
Tu nascondi la tua faccia, e sono smarriti; tu ritiri il loro fiato e muoiono, ritornano nella loro polvere. (Salmo 104)
3b. No, andrà peggio. Dopo che la natura, la realtà, ci svela in che modo dipendiamo da equilibri imponderabili si apre alla riflessione il grande campo dell’agire dell’uomo. Che cosa fanno gli uomini per il mantenimento di questi equilibri? Ancora: guardiamo con un occhio senza fede. A prescindere da quello che pensiamo è innegabile l’incombere di crisi ecologica dalla radice antropica. Non c’è bisogno di Eva Thunberg. Viviamo in un mondo malato la cui malattia peggiore siamo noi, gli esseri umani. Uno sguardo onesto potrebbe passare dalla contemplazione della crisi ecologica alla rilevazione dei tanti disagi e drammi delle relazioni umane, per costruire così una triste mappa dell’orrore. Quella locomotiva in realtà ha ai comandi dei folli che la stanno facendo correre verso il baratro.
I cristiani si trovano sul loro campo privilegiato quando provano a spiegare questa contraddizione. La morte, segno estremo di tutte le crisi, in tutte le sue forme, non può essere solo spiegata come una sorta di sinapsi cosmica che permette lo scambio di energie tra ordini e gradi diversi della realtà. È una tragedia, un castigo cosmico! L’avvertiamo come tale. Cosa pensiamo si possa provare nel vedere la colonna dei mezzi dell’esercito a Bergamo che porta via decine di bare in cui ci sono esseri umani che hanno vissuto gli ultimi attimi della loro vita nella solitudine più assoluta? Lontani dai loro cari? Non è giusto!
I cristiani non si fanno illusione: siamo animati da una brutta bestia a cui i profeti e i santi di ogni tempo hanno dato un nome: il peccato! Siamo peccatori, in lotta con il guidatore della locomotiva. Il convoglio è in subuglio, in rivolta. Nella visione cristiana c’è perfino spazio per pensare alla collera di Dio.
è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio (Eb 9:27)
3c. C’é una buona notizia. Alcuni testimoni raccontano di un evento di duemila anni fa che sfugge alla presa scientifica della realtà. Una domenica mattina delle donne e degli uomini hanno affermato di essere venuti in contatto con un uomo appena giustiziato e ucciso con uno dei supplizi più terribili inventati dall’umanità, la crocifissione. La risurrezione irrompe nella storia degli uomini! Non più un evento mitico, una leggenda, visto che i testimoni si premuniscono nel fornirci resoconti di tipo empirico (Tommaso), e ricorrono a formule di trasmissione della notizia degne delle migliori imprese giornalistiche dei nostri giorni (i Vangeli).
I cristiani, pur affermndo nello stesso momento: #andràtuttobene; #nonvapernientebene#; potrebbeandaremglio_forse, a un certo punto devono proclamare la meravigliosa buona notizia. Dio è venuto nel mondo e lo ha visitato, e ci ha lasciato una traccia ben visibile che lo esprime al massimo e che ha un nome preciso: Gesù Cristo. È una buona notizia: gli uomini alle prese con qualsiasi crisi lo possono cercare (lo trovano nei Vangeli … e da nessun’altra parte!); lo possono invocare (lo fanno con la preghiera e con la Bibbia tra le mani); ne possono fare esperienza (sperimentano la trasformazione delle loro vite); ne possono avvertire la presenza (gioscono nel pensare che #andràtuttobene; avendo pena nel vedere la morte avvicinarsi ma scoprendo la speranza della propria destinazione).
Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunciare all’empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù. Egli ha dato se stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone. (Lettera a Tito, cap. 2)
4. #Comestaitu
Questo è l’ultimo pensiero, dall’Italia in lockdown, con lo sguardo che scruta dalla finestra per “vedere” l’avvicinarsi del contagio tramite i numeri dei briefing della Protezione Civile. Come stiamo, veramente? Dopo i giorni dell’incredulità (avete sentito cosa sta accadendo in Cina?) sono arrivati i giorni della curiosità (sentito Codogno?) e poi i giorni della mobilitazione (abbiamo inparato cosa significa l’acronimo dpcm). Adesso sono i giorni della paura: i morti aumentano; ci guardiamo e cerchiamo di andare oltre; si moltiplicano a 360 gradi i riti religiosi. Pregano tutti; dal Papa agli Evangelici. I laici oscillano tra la fesseria dell’immunità di gregge e il dibattito su dove si debba spingere la restrizione delle libertà. Ma tu come stai?
Un’antica Confessione di fede dei tempi della Riforma, redatta in una delle più belle città d’Europa, Heidelberg (1563), inizia l’elenco dei punti da credere con un’affermazione che ritengo sia una delle più complete per aiutarci a rispondere alla domanda: Tu come stai?
Domanda. Qual è il tuo unico conforto in vita e in morte?
Risposta. Che io, con il corpo e con l’anima (1), sia in vita sia in morte, non sono mio (2) ma appartengo al mio fedele Salvatore Gesù Cristo (3), il quale, con il suo prezioso sangue (4), ha dato piena soddisfazione per tutti i miei peccati (5), mi ha liberato da ogni potere del diavolo (6) e mi preserva (7) così che, senza la volontà del Padre mio che è nei cieli, neppure un capello possa cadermi dal capo (8); sì, così che tutte le cose debbano cooperare per la mia salvezza (9). Pertanto, per mezzo del suo Santo Spirito, egli mi assicura anche della vita eterna (10) e mi rende di cuore volenteroso e pronto, d’ora innanzi, a viver per lui (11).
Qui tutti i brani biblici a cui la risposta allude o fa riferimento: (1) I Corinzi 6:19-20. (2) Romani 14:7-9. (3) I Corinzi 3:23. (4) I Pietro 1:18-19. (5) I Giovanni 1:7. (6) I Giovanni 3:8; Ebrei 2:14-15. (7) Giovanni 6:39; Giovanni 10:28-29. (8) Luca 21:18; Matteo 10:30. (9) Romani 8:28. (10) II Corinzi 1:22; II Corinzi 5:5.11 Romani 8:14; Romani 7:22.
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