I cinquecento anni del movimento anabattista: una storia da ricordare, un’eredità da vivere e condividere

I cinquecento anni del movimento anabattista: una storia da ricordare, un’eredità da vivere e condividere

 

Date storiche come segnaposti

Gli storici hanno spesso usato date specifiche come punti di riferimento per suddividere la storia e comprendere meglio le varie epoche. Si pensi, ad esempio, ad alcune date storiche comunemente usate come segnaposti, dalla cosiddetta “scoperta” (che oggi molti preferiscono chiamare “invasione”) dell’America alla Prima guerra mondiale, dall’inizio della Rivoluzione francese alla caduta del Muro di Berlino. Si tratta di date considerate come momenti di transizione nella storia mondiale, da un prima con alcune caratteristiche a un dopo con altri segni distintivi.

Questi segnaposti sono stati usati anche per la storia del cristianesimo, ad esempio indicando il 31 ottobre 1517 come il giorno nel quale il frate agostiniano Martin Lutero avrebbe affisso un elenco di 95 tesi sulla porta della chiesa del castello di Wittenberg, segnando con questo atto l’inizio della Riforma protestante.

Ogni importante evento storico, per essere riconosciuto come tale nei manuali di storia e rimanere impresso nell’immaginario collettivo, necessita di un gesto fondativo e, per la Riforma, fu scelta l’affissione delle 95 tesi (Thesenanschlag), anche se esistevano altri eventi e momenti che venivano considerati di pari se non di maggiore importanza. Oggi, la maggioranza degli studiosi di Lutero riconosce che l’affissione delle 95 tesi costituisce un esempio di “evento immaginario”, che rientra nella categoria dei “luoghi della memoria” (proposta dallo storico francese Pierre Nora), perché contiene un individuo, un’azione, un documento, un luogo e una data che, insieme, formano un elemento simbolico della memoria di una collettività.

Nonostante il fatto che sia passato ormai oltre mezzo secolo da quando è stata messa in dubbio la storicità dell’evento associato a quella data, l’immagine dell’affissione delle 95 tesi con Lutero col martello in mano viene riproposta ancora oggi come se si trattasse di un evento storico ed è stata riproposta durante le celebrazioni del V centenario dell’inizio della Riforma nel 2017.

Queste celebrazioni, sostenute in Germania e in altri paesi da ingenti investimenti finanziari, si sono svolte in un clima trionfalistico con un profluvio di festeggiamenti e cerimonie ufficiali. Lo spirito ecumenico che ha pervaso queste celebrazioni è stato suggellato l’emissione, da parte delle Poste Vaticane, di un francobollo commemorativo che ritrae Lutero e Filippo Melantone.

In continuità con le celebrazioni dei centenari precedenti, anche in quelle del 2017 si è registrata la quasi totale assenza di riferimenti alla cosiddetta Riforma radicale.

 

I 500 anni dell’anabattismo

Cinquecento anni fa, a Zurigo, il 21 gennaio 1525 ebbe luogo l’evento che segnò l’inizio dell’anabattismo, del principale movimento della Riforma radicale.

Nei mesi precedenti, i membri di un piccolo gruppo di preghiera e di lettura della Bibbia, di cui facevano parte Konrad Grebel, Felix Mantz e Jörg Blaurock, studiando il Nuovo Testamento erano giunti alla conclusione che il battesimo era il simbolo di una decisione cosciente di sottomettersi alla signoria di Cristo e seguire il suo esempio, un impegno che poteva essere preso soltanto da un adulto; pertanto, il battesimo non poteva riguardare i neonati.

Il 17 gennaio 1525, Grebel e Mantz furono convocati davanti al Consiglio di Zurigo per una disputa pubblica sul tema del battesimo (Blaurock assistette tra il pubblico). La tesi dei dissidenti fu condannata e ogni ulteriore critica al battesimo dei bambini fu bandita. Quattro giorni dopo, le minacce di punizione furono nuovamente rafforzate.

La sera del 21 gennaio 1525, il gruppo si riunì lo stesso per pregare nella casa di Mantz. In un rapporto di quell’incontro, si legge: “Dopo la preghiera, Jörg […] si alzò e chiese a Grebel di battezzarlo con il vero, giusto, battesimo cristiano sulla base della sua fede e conoscenza. […] Konrad lo battezzò, perché in quel momento non c’era un servitore ordinato per compiere tale lavoro. Quando ciò fu fatto, anche gli altri si rivolsero a Jörg con la richiesta che li battezzasse, il che fu fatto. E così, nel grande timore di Dio, si sono uniti nel nome del Signore, confermando l’uno all’altro il ministero del Vangelo e cominciando a insegnare e a mantenere la fede”.

Si trattava di un gesto che metteva in discussione la pratica millenaria di battezzare gli infanti e l’insegnamento dell’istituzione religiosa riconosciuta dallo stato, quindi un atto radicale e sovversivo.

Poco tempo dopo, Grebel, Mantz, Blaurock e altri battezzati fuggirono da Zurigo, ma il battesimo degli adulti si diffuse rapidamente nei villaggi dell’area di Zurigo e anche in altri luoghi.

 

La persecuzione

Nel giro di pochi anni, alcune migliaia di “ribatezzatori” (così vennero chiamati gli anabattisti, che tra loro si chiamavano semplicemente “fratelli”) furono imprigionati, torturati o costretti all’esilio. La maggioranza dei leader subì il martirio: Grebel morì di peste nel 1526 mentre fuggiva; Mantz fu arrestato a Zurigo, condannato a morte e annegato nel 1527; Blaurock si dedicò alla predicazione del Vangelo fino al Tirolo, dove fu arrestato e bruciato nel 1529.

Per capire perché gli anabattisti furono così brutalmente perseguitati e demonizzati dalle autorità politiche e religiose, sia protestanti sia cattoliche, bisogna ricordare che il cristianesimo era stato per secoli una istituzione religiosa violenta e coercitiva, al servizio del potere politico. La richiesta da parte degli anabattisti di libertà in materia di fede, unita ad una vita coerente con il Discorso della Montagna, era visto come una ribellione contro i fondamenti della società “cristiana”.

L’Editto della Dieta imperiale di Spira (23 aprile 1529) decretò che “ogni anabattista e ogni persona ribattezzata di ambo i sessi sia messa a morte con il fuoco, la spada o in qualche altro modo”.

La Confessio Augustana del 1530 sancì la definitiva condanna luterana degli anabattisti: Damnant Anabaptistas viene ripetuta in cinque (5, 9, 12. 16, 17) dei suoi ventotto articoli.

La condanna dell’anabattismo da parte della Riforma magisteriale, motivata anche dalle posizioni di anabattisti apocalittici come Melchior Hoffmann e dal tentativo di instaurare a Münster, in Vestfalia, il “regno dei santi” nel 1534, fu confermata dalla Confessio belgica (1561) delle chiese riformate: “Dio […] ha posto la spada nelle mani del magistrato […] per togliere e reprimere ogni idolatria e ogni falso servizio di Dio […]. Detestiamo quindi tutti gli anabattisti e gli altri ribelli e, in generale, tutti coloro che vogliono rifiutare le autorità e i magistrati e sovvertire la giustizia” (art. 36).

 

Un inizio da ricordare e commemorare, un’eredità da vivere e condividere

L’atto compiuto il 21 gennaio 1525 viene usato per designare l’inizio di quello che sarebbe diventato il movimento dei “ribatezzatori” o anabattisti, un movimento che oggi è formato da oltre due milioni di fedeli in più di ottanta paesi del mondo. Le chiese le cui radici risalgono ai motivi che ispirarono questo movimento e quelle che oggi li condividono fanno parte della Mennonite World Conference (MWC), creata nel 1925. Oggi, la chiesa mennonita più numerosa è la Meserete Kristos Church (che significa “Cristo è il fondamento della chiesa”) dell’Etiopia, con 1.160 chiese e 370,909 membri battezzati.

Come commemorare, cioè fare memoria insieme della storia dell’anabattismo? Innanzi tutto, come hanno indicato chiaramente le chiese della MWC, ricordando che diventare ed essere cristiani è una scelta di libertà, che essere seguaci di Gesù significa superare la violenza e la disuguaglianza sociale, evitando celebrazioni fastose.

Anche in Italia, le chiese che si riconoscono nell’eredità spirituale dell’anabattismo, o in alcuni aspetti, pur senza far parte della MWC hanno deciso di partecipare alla commemorazione dei 500 anni del movimento con varie iniziative che si svolgeranno in diverse città.

Massimo Rubboli