Doctor Martinus (Lunedì Letterario)

Lunedì 5 Febbraio 2018

S. Rostagno, Doctor Martinus. Studi sulla Riforma, Claudiana, 2015

Riflettendo sulla Riforma Protestante (I).

 

Il 2017 è stato un anno importante per gli evangelici perché in tutto il mondo si è celebrato (idealmente) il cinquecentenario della Riforma Protestante, ricordando, in particolar modo, l’affissione delle 95 tesi da parte di Martin Lutero, avvenuto il 31 ottobre 1517.

La riflessione sull’argomento ha portato alla pubblicazione, sin dall’anno precedente, di diversi libri e saggi dedicati all’argomento. Anche la nostra casa editrice è stata impegnata in questo e ne parleremo in questa rubrica nelle prossime occasioni. Data la mole di pubblicazioni, a mo’ di bilancio, abbiamo deciso di dare conto di alcune di questei (sia che esse siano stati tradotte in italiano o meno).

Risulta difficile scegliere tra quanto edito e risulterà ancor più difficile essere esaustivi. Abbiamo però deciso di partire da uno dei più interessanti studi teologici su Lutero, pubblicato già un paio di anni fa da Sergio Rostagno, docente emerito di teologia sistematica della Facoltà Teologica Valdese. Il suo testo si intitola Doctor Martinus. Studi sulla Riforma ed è stato pubblicato da Claudiana, primo in ordine cronologico tra i testi che la casa editrice valdese ha dedicato all’argomento, in occasione delle celebrazioni.

Più che una serie di studi sulla Riforma in generale, come dice il titolo principale, i saggi presenti nel volume sono dedicati alla speculazione teologica di Lutero, soprattutto negli anni che precedono la Dieta di Worms che, a detta anche di molti storici, sono essenziali per lo sviluppo del pensiero del riformatore di Wittenberg.

Il testo parte con un capitolo introduttivo in cui si sottolinea l’importanza di Lutero per l’Europa. Al contrario di quanto alcuni storici (ed anche teologi) affermano, Rostagno mette in evidenza che il pensiero di Lutero non può essere considerato divisivo dell’Europa, ma anzi fondante della stessa. Riprendendo alcune tesi sviluppatesi negli anni 1990 si afferma che il primato della coscienza, la richiesta della libertà individuale anticipano alcune delle caratteristiche che l’Europa avrà. Fa parte di queste peculiarità della teologia luterana anche la tensione che si crea tra frammento e sistema. Chi abbia avuto dimestichezza con gli scritti luterani e li abbia paragonati con l’ordine sistematico di Calvino avrà notato l’asistematicità del modo di scrivere che, però, proprio grazie a questa caratteristica riesce ad irrompere ed avere successo in tutta Europa, portando avanti delle tesi che hanno una loro sistematicità proprio nello sviluppo teologico e nel rapporto tra Dio e Uomo, visto in maniera diversa da quanto lo era stato sino ad allora.

Il secondo capitolo entra più nel cuore del testo e ricostruisce lo sviluppo del pensiero teologico di Lutero dal 1515 al 1520. Dopo aver ricostruito quello che era lo sfondo medievale in cui si mosse il pensiero di Lutero, viene ricordato come fondamentale sia stato il suo posto di docente di Sacra Scrittura a Wittenberg ed i suoi corsi sull’Epistola ai Romani di Paolo sui Salmi, che hanno avuto sempre un ruolo centrale nell’ermeneutica e nell’economia della salvezza sviluppata da Lutero.. Centrale è anche la sua polemica con la Scolastica e l’adesione, almeno in un primo tempo, alla Via Moderna, contro quella Antica, rappresentata in Europa dal Tomismo e dai Domenicani (che saranno anche l’Ordine che porterà avanti le Indulgenze). I paragrafi più interessanti sono gli ultimi tre dove Rostagno entra in dialogo con il pensiero teologico e filosofico del XX secolo per mostrare come la formazione di Lutero e lo sviluppo della sua teologia abbia influenzato il nostro essere nella nostra epoca ed abbia dato una nuova luce all’azione umana qui sulla terra: per l’A. i concetti di sintetico ed analitico sviluppati in Kant sono conseguenze della concezione della libertà sviluppata in Lutero.

E’ proprio a questa problematica ed all’accurata lettura della Libertà del Cristiano che sono dedicati i capitoli successivi. Dopo aver spiegato, all’inizio del terzo capitolo, la genesi dello scritto, la divisione del testo, in cui la prima parte, a parere dall’A., fonda il soggetto e la seconda parte è dedicata alla questione delle opere. Al centro delle speculazioni del terzo capitolo ci sono le prime righe dello scritto, le più importanti e discusse su cui si basa il rapporto tra fede e pratica. Il quarto capitolo è quello più teologico ed è dedicato a quelli che sono dichiarati i due lati della libertà: quello individuale che ha portato il soggetto a diventare il protagonista della modernità e quello che deriva dal Dono della grazia di Dio e che porta alla descrizione di una vera e propria fenomenologia della libertà, vista come una delle caratteristiche principali dell’esser protestante.

L’ultimo capitolo è quello che dà il titolo a tutto il testo e, scritto un anno e mezzo prima delle celebrazioni, si chiede quale sia la maniera giusta per celebrare il dottor Martino. Rostagno cerca di collegare il pensiero di Lutero alla modernità e di mostrare come abbia creato uno spazio alternativo rispetto all’egemonia della cultura cattolica e, anche, perché no, di quella laica e illuminista. La Riforma, come dice l’ultimo paragrafo del titolo, va avanti e deve essere portata avanti soprattutto per la sua nuova antropologia che ha rivoluzionato la visione dell’uomo moderno e contemporaneo.

Il testo si chiude con un’antologia di testi luterani alcuni dei quali tradotti per la prima volta in italiano, citati da Rostagno per potare avanti la sua tesi.

Il testo, molto interessante e profondo, non è di lettura facile ma ha il merito di proporre una lettura originale, almeno in Italia, della Libertà del Cristiano, che merita di essere esaminata con attenzione ed è, a nostro parere, uno dei migliori contributi teologici sulla questione da parte italiana. Rimane da discutere la parte concernente il futuro della Riforma, ancora molto collegato all’Europa ed alla terzietà del protestantesimo e la sottolineatura sulla questione delle coscienza e della libertà che, anche se portata avanti con una lettura attenta dei testi, ci pare che sia un topos sin troppo classico e forse abusato.

 

Valerio Bernardi (DiRS-GBU)

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