Le tre emergenze della missione globale: cura del creato, giustizia e identità di genere. Verso un evangelismo progressivo?
Il quarto congresso di Losanna, nelle sue prime due giornate, è già entrato nel vivo della discussione sulla direzione in cui deve andare la missione nel XXI secolo, a cinquant’anni dalla prima conferenza voluta da John Stott e Billy Graham.
Oltre al Global Mission Report è stato pubblicato il primo giorno del congresso lo Statement of Seoul, il testo teologico guida per i prossimi anni. Sulla base di una continuazione di una tradizione, lo Statement è di fatto un aggiornamento dell’impegno di Città del Capo, che approfondisce sette diverse tematiche ritenute emergenti oggi dalla commissione teologica che lo ha preparato. Di questi documenti parleremo nelle prossime settimane su questo sito. Chi vuole consultare questo nuovo documento lo può fare a questo link: https://lausanne.org/statement/the-seoul-statement?utm_source=Lausanne+Movement+List&utm_campaign=4cd8ed59e2-EMAIL_CAMPAIGN_2023_10_13_07_05&utm_medium=email&utm_term=0_602c1cb67d-4cd8ed59e2-%5BLIST_EMAIL_ID%5D.
Nel pomeriggio di ieri, che possiamo senza dubbio dire sia stato il momento centrale della giornata, tre relatori hanno parlato di tre delle emergenze esposte nel nuovo documento: la cura del creato, la giustizia e la question della sessualità e dell’identità di genere. Dopo una presentazione generale delle problematiche fatta da Chris Wright, la prima ad esporre il come ci si deve impegnare è stata la scienziata americana Katherine Hayhoe che, partendo dal dato biblico della creazione, ha sottolineato due questioni importanti: la prima che la Natura come creazione di Dio non avrebbe bisogno degli uomini, mentre noi abbiamo bisogno di essa per vivere. Pertanto se la Natura è in sofferenza anche gli umani lo sono perché senza il mondo che funziona anche l’umanità è in pericolo. La scienziata americana ha anche affermato che il problema del cambiamento è reale e che i credenti devono impegnarsi (anche in maniera individuale) a migliorare la nostra vita sulla terra. La scelta è stata quella di usare weird climate anziché climate change, per sottolineare la malvagità del cambiamento ed i danni irreparabili che sta portando al mondo oiderno.
Il secondo argomento della serata è stato affrontato da Ruth Padilla ed è stato quello della giustizia. La giustizia, la sua ricerca, a prescindere dalla posizione politica che uno ha, deve essere prioritaria per la chiesa che può annunciare la Parola in una missione integrale e olistica come quella del Movimento di Losanna solo se ascolta le grida dell’umanità sulle innumerevoli ingiustizie sociali presenti nella società. Gli esempi citati dalla Padilla sono stati tanti e sono passati attraverso la visione critica della povertà, i conflitti (Ucraina e conflitto israelo/palestinese), questione femminile, sfruttamento. Tutti questi aspetti sono alla disperata ricerca di giustizia che deve essere contemperata ed accompagnare ogni sforzo missionario. In un approccio missionale (il termine che è stato coniato dopo Città del Capo) non è possibile che la missione della/e Chiesa/e non sia accompagnata da una ricerca della giustizia come, tra l’altro, viene trasmessa soprattutto dalla letteratura profetica dell’Antico Testamento e dagli stessi insegnamenti di Gesù.
Ha chiuso gli interventi della serata Robert Vaughn, già ospite del Convegno GBU qualche anno fa, pastore di una comunità ad Oxford che ha parlato della sessualità. Vaughn ha spiegato come il testo biblico sia uno spazio in cui è chiaro cosa sia il genere, è chiaro che la sessualità sia fatta per il matrimonio ed è chiaro che i rapporti con persone dello stesso sesso siano proibiti. Questo non significa affatto che l’uomo nella sua fragilità non possa provare attrazione per persone dello stesso sesso. La Chiesa deve accogliere con l’Amore queste persone e dare un corretto insegnamento alle loro scelte. Lo stesso Vaughn ha tendenze omosessuali e la sua scelta è stata quella dell’astensione dal sesso, scelta possibile alla luce degli insegnamenti bibici.
Il profilo che è venuto fuori da questa prima serata è quello di un evangelismo piuttosto aperto alle problematiche attuali che si confronta con il mondo contemporaneo senza aver paura di quelli che sono le richieste attuali dell’umanità. Il Movimento di Losanna ha dimostrato, come già accaduto a Città del Capo, di avere una notevole capacità di lettura del mondo contemporaneo e avere anche la capacità di strutturare un pensiero su temi caldi, basandosi sulle Scritture, appoggiandosi su di esse e comprendendo che la proclamazione del Vangelo passa anche attraverso l’incontro/confronto con le domande dell’umanità.
Qualcuno ha rimproverato, durante la conferenza stampa di oggi, il Congresso di prendere delle posizioni “politiche”. I responsabili hanno ribadito che Losanna non prende posizioni politiche nel senso che non si schiera con nessuna particolare fazione. L’atteggiamento, a nostro parere, è quello giusto: quello di un annuncio della Parola che tenga conto delle “grida di dolore” che vengono dalla società e che cerchi di rispondere ad esse, senza per questo schierarsi con una particolare fazione. Si tratta di politica nel senso alto del termine, di interesse per la società in cui si vive e dei bisogni di essa. Bisogna dire che dalla serata ci è parso di scorgere un evangelismo che svolge la sua funzione missionaria e profetica e che sia progressivo, ovvero che tenga conto del mondo in cui si vive, senza per questo guardare indietro ad una “tradizione” che non ha nulla a che fare con le esigenze del dettato biblico. Non si tratta infatti di guardare indietro come l’Angelus Novus di Kandinsky, ma di guardare avanti per il progresso dell’annuncio della parola salvifica di Cristo. I documenti sino ad ora prodotti ed i discorsi presentati, pur presentando un cristianesimo che attraversa un periodo critico, cercano di trovare delle soluzioni e di affrontare i problemi nella maniera più corretta da un punto di vista biblico-teologico.
Valerio Bernardi – DIRS GBU
Ottima analisi e interessante itinerario progettuale per un credente del nostro tempo