La storia e il successo del canto “Amazing Grace”
Dopo la spettacolare performance di Andrea Bocelli che ha intonato il famoso canto di John Newton nella piazza del Duomo di Milano completamente deserta, il 12 Aprile 2020, in piena epidemia, abbiamo chiesto a Massimo Rubboli, che è stato docente di Storia delle Americhe e Storia del Cristianesimo di raccontarci di questo inno.
di Massimo Rubboli
Il film Amazing Grace (2006), diretto da Michael Apted, racconta la storia dell’ex capitano di marina diventato prete anglicano John Newton (1725-1807) e dell’influenza che ebbe sul politico evangelico William Wilberforce (1759-1833), membro del parlamento inglese (House of Commons), che dedicò la sua attività pubblica all’abolizione della tratta degli schiavi (Slave Trade Act, 1807).
Nella prima parte della sua vita avventurosa, Newton aveva rischiato più volte di morire; in una di queste occasioni, nel 1747, ebbe inizio la sua conversione durante una tempesta che stava per fare affondare la nave che comandava, con il suo carico di schiavi. Contrariamente a quanto si ritiene, la riscoperta della fede nella quale era stato educato dalla madre, devota puritana, non lo portò ad abbandonare subito il commercio degli schiavi, ma fece ancora tre viaggi come capitano di due navi schiaviste, la “Duke of Argyle” (1750) e la “African” (1752–53 e 1753–54)[1]. Come ebbe a scrivere più tardi, “I consider this as the beginning of my return to God, or rather of his return to me; but I cannot consider myself to have been a believer (in the full sense of the word) till a considerable time afterwards”[2].
Nel 1754, in seguito ad un ictus, abbandonò i viaggi in mare e gradualmente orientò la sua vita in una nuova direzione, caratterizzata dallo studio della Scrittura e dalla preghiera. Ordinato curato nel 1764 della parrocchia anglicana di Olney, nel Buckinghamshire (e, dal 1780, rettore di St. Mary Woolnoth, London), creò nuovi inni da abbinare ai suoi sermoni domenicali. Anche alla sua predicazione del 1° gennaio 1773, basata sul testo di I Cronache 17: 16-17 (“16 Allora il re Davide andò a presentarsi davanti al SIGNORE, e disse: «Chi sono io, o SIGNORE, Dio, e che cos’è la mia casa, che tu m’abbia fatto arrivare fino a questo punto? 17 Questo è parso ancora poca cosa ai tuoi occhi, o Dio; e tu hai parlato anche della casa del tuo servo per un lontano avvenire, e ti sei degnato di considerare me come se fossi uomo d’alto grado, o SIGNORE, Dio”), associò un nuovo inno, “Amazing Grace”, che comunicava il grande messaggio del Vangelo: per la misericordia di Dio, ogni peccatore può ottenere il perdono e la redenzione.
“Amazing Grace” sarebbe divenuto l’inno più conosciuto nel cristianesimo evangelico[3] e poi anche al di fuori delle chiese, in particolare come canto di protesta contro le ingiustizie sociali nel movimento per i diritti civili dei neri americani.
Tuttavia, l’inno non può essere considerato – se non indirettamente – come una denuncia della schiavitù, perché fu soltanto nel 1788 che Newton prese pubblicamente posizione contro la tratta degli schiavi con l’opuscolo Thoughts upon the African Slave Trade, ammettendo che si trattava di “una confessione pubblica che, per quanto sincera, arriva[va] troppo tardi per prevenire e riparare l’infelicità e il danno a cui ho contribuito. Per me, sarà sempre motivo di riflessione umiliante l’avere un tempo partecipato attivamente a un traffico che ora fa rabbrividire il mio cuore”[4].
La straodinaria diffusione di questo inno è legata sia a riferimenti letterari (ad esempio, nel romanzo antischiavista di Harriet Beecher Stowe, Uncle Tom’s Cabin, del 1852) sia alla sua esecuzione da parte di artisti famosi, come Judy Collins, Ray Charles, Johnny Cash e Elvis Presley.
Una versione, resa famosa dalle cantanti Mahalia Jackson e Aretha Franklin[5], ha indotto molti – ancora oggi – a considerarlo un canto nato nella tradizione gospel americana. Un’altra versione molto famosa è quella per cornamuse e tamburi lanciata all’inizio degli anni Settanta dal reggimento dell’esercito britannico, Royal Scots Dragoon Guards. Inoltre, nel campo musicale non religioso, si colloca il musical di Broadway del 2015.
Infine, vale la pena ricordare la commovente interpretazione del presidente Barack Obama che cantò “Amazing Grace” il 26 giugno 2015, durante il servizio funebre in ricordo del pastore Clementa C. Pinckney, membro democratico del senato della South Carolina, che era stato ucciso una settimana prima da un attacco razzista mentre guidava uno studio biblico serale nella chiesa metodista episcopale di Charleston, South Carolina[6].
[1] DUKE OF ARGYLE and AFRICAN slave ships. Journal kept by John Newton, Master and slave trader comprising of three voyages on in the DUKE OF ARGYLLE and two in the AFRICAN, 1750-1754. Diario manoscritto conservato nel National Maritime Museum, Greenwich (London).
[2] Lettera del 20 gennaio1763, in The Works of the Rev. John Newton …, vol. 1, Uriah Hunt, Philadephia 1839, p. 99. Cit. anche in D. Bruce Hindmarsh, John Newton and the English Evangelical Tradition, Wm. B. Eerdmans Publishing Company, Grand Rapids, MI 2001, pp. 32-3.
[3] Steve Turner, Amazing Grace: The Story of America’s Most Beloved Song, HarperCollins, New York 2002.
[4] John Newton, Thoughts upon the African Slave Trade, J. Buckland, London 1787, p. 2: “a public confession, which, however sincere, comes too late to prevent, or repair, the misery and mischief to which I have, formerly, been accessary. I hope it will always be a subject of humiliating reflection to me, that I was once an active instrument in a business at which my heart now shudders”.
[5] La più famosa interpretazione di “Amazing Grace” da parte di Aretha Franklin si può ascoltare nel film documentario, realizzato da Sydney Pollack, del concerto tenuto dalla Franklin alla New Temple Missionary Baptist Church di Los Angeles nel 1972.
[6] https://youtu.be/IN05jVNBs64 o https://www.youtube.com/watch?v=7pbEBxQPWGc.
Qu il link tratto dalla pagina FB dell’artista: Amazing Grace
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