La Riforma sovversiva (Lunedì Letterario)

Lunedì 19 febbraio 2018

Riflettendo sulla Riforma III

Nel panorama italiano mancavano da diverso tempo delle opere che abbracciassero sinteticamente il profilo storico e teologico della Riforma Protestante. In occasione del cinquecentenario la nostra casa editrice ha deciso di tradurre un testo di Alister McGrath che in italiano ha come titolo La Riforma protestante e le sue idee sovversive. Una storia dal XVI al XXI secolo. La scelta ha già ricevuto commenti molto positivi (si veda la recensione di Giancarlo Rinaldi su https://giancarlorinaldiblog.wordpress.com/2017/11/23/una-sovversione-conservatrice/), ma la nostra rassegna serve per evidenziare alcuni aspetti che non sono stati evidenziati nelle precedenti recensioni.

In primis l’A.: la scelta di McGrath e del suo testo ha una sua significatività. Il teologo britannico si era già distinto per opere importanti sulla storia del dogma nel protestantesimo (magistrale è il suo lavoro sulla giustificazione ed anche quella che ricostruisce i prodromi della Riforma Protestante) ed è un anglicano evangelico, appartenente a quella “terra di mezzo” tra protestantesimo e cattolicesimo che permette di avere uno sguardo critico e disincantato. L’altra caratteristica (quello di essere evangelico) fa sì che ci sia uan profonda conoscenza del mondo protestante di oggi e dei suoi sviluppi nei Paesi del Sud del mondo.

In secondo luogo, McGrath è un soprattutto un teologo più che uno storico ed il testo lo dimostra. Infatti, l’impianto sintetico, ma allo stesso tempo accattivante (il testo si legge d’un fiato grazia anche alla buona traduzione), si basa su una griglia interpretativa ben precisa: il protestantesimo è stata una “rivoluzione”, in quanto ha cambiato le vicende dell’Europa Occidentale prima e del mondo dopo in maniera ineluttabile, grazie alle sue idee. Esso ha sicuramente tenuto conto delle spinte della modernità, ma ha anche mantenuto alcuni aspetti della tradizione.

Il testo si presenta strutturato nelle sue seicento e più pagine in tre diverse sezioni.

La prima parte si delinea come un profilo storico che va dalle origini sino al XIX secolo. McGrath si sofferma prima sui prodromi della Riforma, dando spazio alla figura di Lutero e ribadendo che si tratta di un riformatore malgrado sè stesso, che non aveva idea originariamente della portata rivoluzionaria delle sue idee. Si continua con il capitolo in cui si parla dei molteplici aspetti del movimento sin dall’inizio, di quali alcuni erano alternativi a Lutero (in primo luogo l’anabattismo), di chi siano stati i suoi successori (soprattutto Calvino) e di come sia stata “originale” la riforma Inglese. Lo sguardo si fa più sintetico quando si parla di Protestantesimo del XVII e XVIII secolo in Europa e ritorna ad essere più ampio quando si dedica un intero capitolo al Protestantesimo negli Stati Uniti che diverrà quello veicolante nel XIX e XX secolo e che assumerà caratteristiche (quali quelle del congregazionalismo e dei continui risvegli) tipiche.

La sezione centrale del saggio è quella più strettamente culturale e teologica ed è dedicata a quelle che sono definite le idee sovversive ed alle influenze che il Protestantesimo ha avuto nel campo della cultura. Per McGrath oltre ai cinque Sola (che sono frutto di una ricostruzione e che differiscono sin troppo nelle chiavi di lettura) le due idee principali che accomunano (pur nelle differenze di interpretazione) tutto il mondo protestante: l’autorità della Bibbia (il sola scriptura) ed il principio del sacerdozio universale che ha avuto effetti dirompenti non solo a livello ecclesiastico, ma anche a livello sociale. Molti potrebbero osservare che si tratta di una griglia limitante, ma come afferma più volte l’A., cercare elementi comuni appare cosa ardua e, alla fine, questi sono quelli a cui tutti i gruppi evangelici si richiamano.

I capitoli più interessanti del testo, infatti, a nostro parere, sono quelli che si occupano dell’impatto culturale del protestantesimo. Per McGrath con l’avvento di questa nuova forma di cristianesimo, piuttosto variegata dal punto di vista denominazionale e di strutture della fede, la figura di Cristo interagisce in maniera interessante con i contesti sociali, con l’economia, con l’educazione (più aperta e meno elitaria) e persino con le differenze di genere. Arti e scienze poi sono fortemente influenzate dal pensiero protestante e il teologo irlandese mostra come anche i modelli di spiegazione biologica sono plasmati ancora oggi all’interno del pensiero protestante, compreso il darwinismo. Non mancano interessanti accenni anche alla letteratura ed al privilegiamento che il mondo evangelico ha dato alla creatività verbale, diventando la culla di un’invenzione quale il romanzo. Per questi motivi il protestantesimo è “sovversivo” non solo nel campo ecclesiale, dove l’individuo è al centro del rapporto di salvezza con il Cristo, ma anche con la cultura, dove il cristocentrismo (ben descritto nella prima parte di questa sottosezione) cambia anche il rapporto con la cultura.

L’ultima parte del testo è dedicato al presente ed al futuro. Da una parte in due capitoli si parla di quelle che sono state le più importanti svolte del protestantesimo del XX secolo: la trasformazione delle chiese statunitensi con il loro conseguente allontanamento dalle denominazioni tradizionali e la nascita del pentecostalismo, il movimento protestante che è maggiormente in crescita. Per McGrath le prospettive sono di crescita del protestantesimo soprattutto nel Sud del Mondo. Pertanto oggi il Protestantesimo non è più un fenomeno di pertinenza occidentale ma ha nell’Africa subsahariana, nell’Asia (Corea del Sud e Filippine sono i due esempi) e nell’America Meridionale i nuovi poli di sviluppo che sono visti con attenzione e su cui si fanno giuste osservazioni.

Il libro è una ottima sintesi che mancava nel panorama italiano dove gli studi (fatta eccezione per la tradizione della Storia del Protestantesimo di Leonard) continuano ad avere una prospettiva eurocentrica e da riforma magisteriale. Tra i meriti del testo vi è quello di essere la prima vera storia globale del protestantesimo pubblicata in italiano. La prospettiva anglosassone (non presente negli altri lavori) enfatizza il ruolo degli Stati Uniti che sono diventati, a partire dal XVII secolo, la Nazione che ha maggiormente caratterizzato il protestantesimo mondiale e del pentecostalismo che, benché sia maggioritario anche in Italia tra gli evangelici, non viene quasi mai adeguatamente trattato negli studi sul protestantesimo in Italia. La griglia interpretativa usata poi da McGrath che sottolinea la portata rivoluzionaria dal punto di vista culturale, ma anche e soprattutto teologico del movimento, ci permette di avere un’immagine che non è totalmente agiografica ma che non nasconde le criticità, le cadute ed i punti deboli. Si tratta di un testo che va letto da parte di chiunque voglia conoscere meglio il Protestantesimo in tutte le sue dimensioni.

Valerio Bernardi – DIRS GBU

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